Design e usabilità, un pensiero per utenti e progettisti

Da diversi anni insegno grafica e fotografia in una scuola ligure. Nonostante il Coronavirus la scuola non si ferma: durante il periodo di lockdown sono state attivate numerosissime attività che coinvolgono ragazzi ed insegnanti. Tra queste anche una web radio nella quale ho fatto alcuni interventi e riflessioni sul tema del design e della comunicazione.

<< Stiamo attraversando un periodo nel quale le interazioni sociali fisiche  sono ridotte al minimo, se ivessimo in altre epoche non potremmo vederci, parlarci, salutarci o più semplicemente dire che ci vogliamo bene.  Dovremmo scriverci lettere forse, chiedere l’aiuto  di un messaggero, magari improvvisarci addestratori di piccioni. 

Ma fortunatamente abbiamo la tecnologia, uno strumento che si è radicato nel nostro DNA, che ora ci permette di avere dei contatti, che ci offre l’occasione di interagire. >>

Il ruolo dell’interazione sociale

<< L’interazione sociale in psicologia è il fenomeno per il quale uno o più soggetti agiscono sull’altro e modificano di conseguenza i loro comportamenti. Questo fenomeno è centrale per gli esseri umani e quindi per la nostra comunicazione. L’interaction design, letteralmente la progettazione dell’interazione è una branca del design che si occupa del rapporto tra uomo e sistemi meccanici e informatici. Questo rapporto è oggi centrale nelle nostre giornate e in una scuola dove si progetta, si fa comunicazione, informatica e si lavora con le macchine lo è altrettanto. >>

Istruzioni per l’uso

<< L’ultimo libro che sto (ri)leggendo si chiama Don’t make me think di STEVE KRUG. Si tratta di un manuale di usabilità dal titolo è molto singolare, un’analisi interessante e semplice su come gli utenti utilizzano il web, in particolare i siti internet. Discute sulla figura del progettista grafico e informatico, mettendo in evidenza quello che a livello generale è il ruolo della tecnologia, ovvero semplificare le operazioni complesse. Non obbligare l’utilizzatore finale pensare non significa annientare la sua capacità di risolvere problemi o di sviluppare ragionamenti, ma significa aiutarlo a compiere le operazioni complesse in maniera semplice, lasciando spazio da dedicare ad altri ragionamenti. Chi progetta la tecnologia deve sempre dedicare particolare attenzione alla sua usabilità, senza di essa sarebbe tutto uno sforzo inutile. Il libro ci spinge a riflettere e indagare su come penserà il fruitore finale del nostro progetto, mettendo in atto un dialogo strategico che rimbalza tra psicologia e tecnologia. Chiaramente in tutto questo percorso il nostro sforzo progettuale e mentale è molto importante e il testo per noi progettisti dovrebbe chiamarsi “make me think”. >>

Sentirsi come si sentono gli altri

<< Infine Credo che la componente dell’immedesimazione sia sempre importante, e che l’empatia sia una caratteristica fondamentale di un buon progettista. In questi giorni necessitiamo di empatia, di capire gli altri profondamente come noi stessi. Oggi, più che mai, abbiamo bisogno di pensare e progettare bene e possiamo farlo, grazia anche alla nostra tecnologia.  >>

Omar Tonella è un designer, grafico e creativo italiano.
Nasce a Savona e si occupa di vari aspetti della progettazione e del design.